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Come impostare il trattamento dietetico

Oltre 20 milioni di italiani hanno problemi di peso eccessivo; tra questi il 27% soffre di malattie correlate come diabete, cardiopatie e ipertensione; il 20% sono veri e propri obesi.
Secondo l’OMS i bambini italiani sono i più grassi d’Europa. Il 36% dei bambini italiani compresi tra i 5 e i 9 anni è soprappeso.
Questo significa che mangiamo male e che ci muoviamo troppo poco.
Il trattamento dietetico della persona soprappeso deve essere orientato alla rieducazione alimentare e allo sviluppo di un nuovo stile di vita in grado di ridurre il peso corporeo e soprattutto di mantenerlo nei giusti valori fisiologici.
Una dieta di questo genere prevede due fasi: una fase iniziale per ottenere un progressivo calo ponderale fino a valori accettabili in rapporto all’entità del sovrappeso e una fase successiva di mantenimento in cui viene stabilizzato il livello ponderale raggiunto.

Nella fase iniziale la dietoterapia si propone di indurre un deficit calorico riducendo l’apporto energetico ed incrementando la spesa energetica in modo tale che la differenza tra le entrate (alimenti assunti) e le uscite (dispendio energetico) sia compensata con l’energia ricavata dai depositi adiposi.

Si deve partire dall’eccedenza ponderale (misurata con vari indici) e dalla quota calorica assunta giornalmente dalla persona che può essere tracciata con un diario dietetico o con un intervista accurata. Vanno inoltre valutati alcuni importanti fattori come le variazioni recenti di peso, il periodo di inizio del soprappeso, l’entità del dimagrimento dopo eventuali altre diete ipocaloriche, l’anamnesi familiare (per evidenziare eventuali fattori genetici).

E’ importante considerare che il rapido dimagrimento che si ottiene nei primi giorni di una dieta è dovuto essenzialmente alla rimozione dei depositi di glicogeno muscolare ed epatico che legano circa 4 grammi di acqua per ogni grammo di glicogeno.

Le fasi successive di dimagrimento saranno più limitate. Le persone soprappeso o obese che intendono perseguire l’obiettivo del dimagrimento devono esserne consapevoli, motivate e collaborative. Solo in questo modo sarà possibile mantenere la dieta per il periodo necessario. Inoltre è più facile che non ci sia ripresa del peso se il dimagrimento è mantenuto per un tempo molto lungo.

Al contrario, diete molto rigide seguite per brevi periodi (giorni o settimane) oltre ad essere inefficaci provocano seri disturbi metabolici.
Calo ponderale

Il calo ponderale ha lo scopo di perdere quanto più grasso possibile e quanta meno massa corporea magra possibile.
Quindi la dieta deve essere adeguata dal punto di vista nutritivo affinché non si verifichino subcarenze o carenze di vitamine e minerali. In ogni caso l’apporto calorico consigliato non deve mai essere inferiore a quello del MB e se l’eccedenza di peso non è rilevante si deve prescrivere una dieta non inferiore a 1100 Kg/giorno.
La quota energetica sarà rapportata ad un deficit calorico di 400-800 Kcal per ottenere un dimagrimento di circa 2-4 Kg mensili che non compromette il bilancio azotato e, di conseguenza, non incide sulla massa corporea magra.
Il calo ponderale ottimale deve prevedere una riduzione calorica di 1/3 – 1/4 della spesa energetica prevista. Pertanto la riduzione di peso deve essere graduale, evitando l’alternanza di periodi di dimagrimento con periodi di ripresa del peso iniziale che non risolvono il problema dell’obesità o del soprappeso.
La quota di proteine deve essere pari al 25-30% dell’apporto energetico totale in modo da costituire un substrato adeguato per le sintesi proteiche.
La quota glucidica, rappresentata prevalentemente da carboidrati complessi, sarà mantenuta su circa il 40-50% dell’apporto energetico totale in modo da normalizzare le alterazioni metaboliche associate come ipertrigliceridemia e iperglicemia.
L’apporto lipidico sarà di circa il 20-25% dell’apporto calorico giornaliero in prevalenza costituito da acidi grassi insaturi che hanno l’effetto di mobilizzare i depositi di colesterolo conseguenti all’aumentata produzione endogena che deriva dalle prime fasi di dimagrimento.

E’ fondamentale l’assunzione di alimenti ricchi di fibra alimentare (frutta e verdura), per consentire un adeguata assunzione di oligoelementi e garantire un certo stato di sazietà negli intervalli tra i pasti.
Al trattamento è necessario associare una buona attività fisica che oltre ad accrescere di per se il dispendio energetico induce diversi vantaggi metabolici come: migliore risposta dei recettori periferici dell’insulina, riduzione dell’iperinsulinismo e migliore tolleranza glucidica.

Le informazioni contenute in questo sito hanno carattere generale; per qualsiasi trattamento personalizzato è bene rivolgersi ad uno specialista.